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Il giardino superiore, o Collina, è stato disegnato e sviluppato da Lady Walton a partire dal 1983, anno della scomparsa del maestro.

Mentre il Giardino a Valle è chiuso, intimo, umido e lussureggiante, la Collina è solare, aperta verso il mondo esterno grazie alle molte vedute sul mare, coperta da una vegetazione mediterranea, anche se non mancano gli angoli con esuberanti piante esotiche dalle fioriture prolungate.

La Collina è punteggiata da elementi architettonici sorprendenti, spesso ricchi di significati simbolici che si intrecciano a richiami alla storia e all’archeologia dell’isola.

Al giardino superiore si arriva in due modi: partendo dalla Valle, si sale per una delle tante scalette che si inerpicano lungo il fianco della collina, oppure dall’ingresso superiore, che si raggiunge in auto attraverso il bosco fino al parcheggio degli ulivi.

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La parte più esposta della Collina è dedicata all’ambiente mediterraneo, e tra le piante della macchia spontanea che caratterizzano l’isola d’Ischia - dai mirti ai cisti, dal rosmarino al lentisco - sono coltivate specie che provengono dalle altre zone del mondo con un clima simile: Australia, California, Sudafrica, Messico.

Nell’angolo più remoto della Collina si trova il Ninfeo, un angolo formale con siepi di Mirto e bassorilievi ispirati al mondo classico con il dio della musica, Apollo, e le Grazie. Al centro del Ninfeo c’è una fontana a specchio, che ricorda riti iniziatici dell’antichità in cui si riteneva che uno specchio deformante riflettesse la realtà dell’anima.

Una piccola grotta con una fontanella e la statua di Venere custodisce le ceneri di Lady Walton, chiamata Genius loci (“spirito del luogo”, in latino) nella sobria iscrizione in pietra. Nell’antichità il Genius loci era la divinità protettrice di un luogo, nel mondo di oggi questo termine indica l’animo di un giardino, quello che ne determina il carattere e la sua identità. La figura di Lady Walton è anche commemorata dalla iscrizione intorno alla fontana Specchio dell’anima: “Questo angolo verde è dedicato a Susana che ha amato teneramente, ha lavorato con passione ed ha creduto nell’immortalità”.

Un balconcino si protende verso il mare regalando un panorama mozzafiato.

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Lasciando il Ninfeo si costeggia la collezione di Aloe, avviata da Lady Walton nelle prime fasi di vita del giardino con diverse specie: Aloe vera e ferox, A. marlothii, plicatilis, la bainesii, e poi arricchita dalle donazioni di due collezionisti, Carlo Riccardi e Alan Butler, che hanno regalato alla Mortella le specie che vedete qui, provenienti dalla penisola Arabica, dal Sudafrica e dagli stati centrali Africani. Il “giardino delle Aloe” si snoda per tutta la Collina, sul lato che guarda il mare.

Procedendo ancora, in una posizione che domina non solo il giardino ma tutta la baia di Forio, si trova la Roccia di William, che custodisce le ceneri del maestro. Si tratta di una piramide naturale di pietra, un tempo masso di confine, che William Walton dichiarò essere la "sua pietra" il giorno in cui la proprietà fu acquistata. Una commovente iscrizione in due lingue commemora il musicista. Nelle aiuole circostanti, ancora Aloe, scultoree Agavi ed interessanti Protee, cespugli da fiore di origine sudafricana ed Australiana, con fiori dalle forme insolite.

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Il Tempio del sole in passato era una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana, parzialmente interrata.

Nel 2003 Lady Walton, lo ha trasformato in una sorta di primordiale luogo di culto che celebra le forze primeve della vita, la musica e l’amore, sfruttandone le linee semplici ed imponenti che ricordano un antico edificio pagano.

L’interno è decorato dallo scultore Simon Verity (lo stesso che ha scolpito la Bocca visibile nella Victoria House) con bassorilievi erotico-mitologici dedicati ad Apollo, dio del sole e della musica, e all’eterno ciclo della vita. E’ diviso in tre ambienti: la stanza della nascita, dove si vede la madre di Apollo che dà alla luce il figlio sotto una palma; la stanza della pienezza della vita, con Apollo assiso sul cocchio del sole circondato da ninfe e satiri intenti ad amoreggiare o a suonare; e la stanza della morte, con la statua della Sibilla Cumana e citazioni dell’Eneide. Tra i bassorilievi si vedono alcune frasi musicali di William Walton.

Lungo la scalinata esterna dalla quale si accede il tempio si vede una raccolta di Agavi e palme grigie del genere Butia.

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Si tratta di una serie di vasche, collegate da cascatelle e rapide e circondate da Agapanthus e Phormium, dove vengono coltivate Ninfee di diverse varietà, tra cui la Ninfea coerulea, originaria dall’Egitto, la Ninfea rubra, che proviene dai fiumi dell’India, e la Euryale ferox dalle grandi foglie coperte di spine.

Lungo i bordi del ruscello si vedono le orecchie d’elefante Colocasie e i profumati Hedychium gardnerianum.

Il coccodrillo è un’antica statua in bronzo acquistata da Lady Walton in Tailandia durante uno dei suoi viaggi di esplorazione botanica.

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Il Teatro Greco è stato il grande, ambizioso progetto cui si è dedicata Lady Walton nell’ultima parte della sua vita. Affacciato su Forio, incastonato sul fianco della collina, gode di una vista spettacolare e della brezza di mare. La terrazza superiore è piantata con Agavi, alle cui spalle si vedono rose cinesi; le gradinate sono tappezzate di centinaia di bulbi e piante striscianti che creano un tappeto di verde. Profumati cespugli di Cestrum nocturnum inondano il giardino di fragranze soavi. La raffinata illuminazione è opera dell’architetto Marco Bisenzi. Nel Teatro Greco si svolge tutte le estati una rassegna internazionale di orchestre giovanili, con concerti serali di musica sinfonica ed altri spettacoli suggestivi.

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Il lato Ovest della Collina è occupato da un giardino orientale che inizia con un arco in bambù su cui si arrampica la Passiflora Amethyst, dai fiori viola, e culmina in un padiglione da giardino detto Sala Thai, anche questo frutto dei viaggi in Tailandia di Lady Walton.

Bambù in diverse varietà, aceri giapponesi e Canne da fiore sono piantati lungo il vialetto che porta a questo padiglione, che a sua volta si affaccia su uno specchio d’acqua con fiori di Loto e Hedychium coronarium. Di fianco, si nota una piccola fontanella in bambù del tipo Shishi-Odoshi, in cui lo scorrere dell’acqua provoca un movimento ritmico ed un suono ripetuto, che hanno lo scopo di sottolineare il passare del tempo ed invitare alla meditazione.

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La Glorietta è una pergola coperta di Rose, Glicini e Thumbergia, affacciata su un “lago” di ghiaia di vetro blu, regalo del paesaggista americano Andy Cao.

La roccaglia che la circonda è ricca di muschi e cespugli sempreverdi dalle forme morbidamente geometriche, e questo angolo intimo è dominato da alcune splendide querce spontanee, Roverelle native di Ischia, che rendono questa piccola porzione di giardino particolarmente ombrosa e fresca.

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Il parcheggio è in un vecchio uliveto amorevolmente restaurato, con ulivi di dimensioni piacevoli, le cui recinzioni traboccano di rose, come le Rosa banksiae, la Rosa laevigata, la Rosa Alberic Barbier e la Rosa Bracteata.

Da qui si scende alla biglietteria lungo una rampa fiancheggiata di iris e bulbi, che dà accesso al giardino costeggiando un recinto in cui vive una famigliola di caprette tibetane.